La SEO che cambia: cosa vuol dire posizionarsi oggi

SEO

Un po’ come il folle di Nietzsche faceva con Dio, da almeno 3 o 4 anni a questa parte qualche spavaldo web master afferma lapidario che “la SEO è morta”. Un’affermazione che, per quanto tragga la propria ragion d’essere in elementi reali e misurabili, non può essere ritenuta in alcun modo vera. “La link building è morta”, afferma qualcun altro, un po’ più avveduto ma, forse, altro e tanto avventato. La SEO non è morta, la link building men che meno, per quanto entrambe abbiano mutato profondamente il proprio aspetto.

Posizionare un sito web oggi

Sono lontanissimi i tempi in cui, tramite vagonate di link acquistati dall’estero e bieche forzature lato content si posizionavano siti web anche nei settori più competitivi. Certamente, il ruolo del SEO specialist odierno è tutt’altra cosa rispetto a quello di 10 o 15 anni addietro; certamente, oggi sono figure professionali più complete a guidare le strategie SEO di piccole e grandi aziende; certamente oggi è tutto più complicato, più stimolante, più concorrenziale; certamente, la SEO è viva, e gode di ottima salute.

L’importanza di un’attenta analisi preliminare

Maggiori difficoltà e concorrenza più alta si traducono nella necessità di implementare strategie raffinate, efficaci e bene architettate. Una verifica posizionamento Google del proprio sito web è il primissimo tassello inserito in un’impalcatura web complessa. Scegliere le keyword più performanti, analizzare la competitività delle SERP, stilare un piano operativo sono azioni cruciali alla base di ogni strategia: oggi c’è troppa competitività per lasciare le cose al caso.

Dalla link building alla link earning

Google ha cambiato le modalità di assegnazione di valore ai link esterni, altro pilastro SEO fin dagli albori della disciplina. Se fino a ieri (o l’altro ieri) la quantità si dimostrava più importante della qualità, oggi il crawler attribuisce un’importanza diversa ai siti web, valuta la qualità del link, la sua utilità per il lettore e, soprattutto, l’autorevolezza del sito (qui il mantra è “meglio un link di qualità che cento di scarso valore”). La link earning si è sostituita (in teoria) alla link building e si va verso la cessazione delle attività di costruzione artificiale di link tramite guest post a pagamento o scambi di link, in favore di un approccio che mira all’acquisizione di referral in modo naturale, tramite la produzione di contenuti di qualità, interattivi e virali.

Content is the King

E basta anche con i contenuti forzatamente farciti di keyword a discapito della sintassi e della grammatica. Google si fa sempre più semantico e in grado di valutare anche la qualità dell’elaborato, con un occhio particolare alla keyword density, all’utilizzo di parole chiave correlate, alla tematizzazione dei link. Google sta cercando di premiare la qualità e la capacità di creare servizi web che piacciono agli utenti.

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